mercoledì, maggio 25, 2005

Sulla famiglia: come cambia in Italia

ROMA - "Negli ultimi anni la società italiana si è dimostrata più dinamica dell'economia": è così che il coordinatore del Rapporto Istat 2004 Giovanni Barbieri introduce la parte dello studio dedicata ai cambiamenti sociali e delle famiglie in particolare. A fronte dell'aumento delle convivenze e della riduzione delle famiglie 'a tre generazioni', fattori che ci avvicinano al resto dell'Europa e dei Paesi industrializzati, si registra però un corposo aumento delle convivenze forzate tra genitori e figli adulti disoccupati o sottoccupati, una inevitabile conseguenza negativa della crisi dell'economia.


Diminuiscono le famiglie con nonni e figli. Le famiglie a due o più generazioni (cioè con i figli, nel primo caso, e con nonni e figli nel secondo) passano dal 58,8% del 1993-1994 al 53,2% del 2003. Di conseguenza aumentano le famiglie con una sola generazione, che passano dal 41,3% al 46,8%. In particolare diminuiscono le coppie con figli, che passano dal 48 al 41,9%, mentre le persone sole passano dal 21,1 al 25,8%.

Crescono le 'libere unioni'. Raddoppiano le coppie non coniugate, che passano da 227.000 nel 1993-1994 a 555.000 nel 2003. E non si tratta più di convivenze 'pre' o 'post' matrimonio, ma tendenzialmente stabili: passa infatti dal 18,4 al 25,1% la quota di chi non prevede in futuro il matrimonio. Le coppie di fatto aumentano anche all'interno delle famiglie 'ricostituite', quelle cioè nelle quali almeno uno dei partner proviene da un precedente matrimonio: passano infatti dal 26,5 al 40,3%.

In aumento i Tanguy. Le difficoltà del mondo del lavoro costringono i nostri giovani a imitare il protagonista del film di Chatiliez, e così aumenta in modo significativo la percentuale dei giovani tra i 25 e i 34 anni che vivono ancora nella famiglia di origine, che passa dal 25,8% del 1993-1994 al 34,9% del 2003, sopravanzando ormai la percentuale dei loro coetanei che vivono in coppia con figli (che diminuisce dal 41,9 al 27,9%). Si registra un sensibile calo della percentuale dei giovani che dichiarano di "star bene così".



Triplicate le famiglie con stranieri. Le famiglie con almeno un componente straniero sono quasi triplicate nel decennio tra un censimento e l'altro (dal 1991 al 2001), passando da 235.000 a oltre 672.000.

Permane il sovraccarico familiare delle donne. Nel 2003 le donne occupate di 25-44 anni hanno dedicato cinque ore al giorno al lavoro familiare, contro due ore e un quarto dei loro partner maschi). Mentre al lavoro fuori casa hanno dedicato sei ore e trenta minuti contro otto ore e venti minuti degli uomini. Rispetto a 14 anni prima, nel 2003 si comprime comunque in media di 33 minuti il tempo dedicato al lavoro familiare dalle donne in coppia. E cambia anche la composizione di questo tempo: rispetto al 1989 le donne occupate dedicano più tempo ai figli piccoli (28 minuti in più) e ridocono l'impegno dei servizi domestici (46 minuti in meno).

Aumentano i bambini che vanno al nido. Nel 1998 andavano al nido 140.000 bambini da 0 a due anni; nel 2003 si è passati a 240.000, un aumento assorbito, spiegano all'Istat, "quasi esclusivamente dalle strutture private". Che costano di più: in media 273 euro al mese contro i 145 euro al mese delle strutture pubbliche. La carenza di strutture e servizi a sostegno delle famiglie pesa soprattutto sulle donne: in 724.000 hanno infatti dichiarato che sarebbero disposte a modificare la loro condizione nel mercato del lavoro, in presenza di un maggiore sostegno. Le occupate part-time (160.000) passerebbero al full-time, mentre 564.000 donne attive si metterebbero alla ricerca di un'occupazione.

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